Primavera 2025 – Terre, suoli, vini

Ciao,

Terre Calcaree e Terre Argillose, due vini che in questi anni hai forse imparato a conoscere. Una distinzione non casuale: da quando sono arrivato in azienda mi ha sempre affascinato la tipicità dei suoli della nostra contrada. Suoli che si differenziano molto dal punto di vista del colore e della composizione.

Terreni che danno vita a una spettacolare eterogeneità e che vanno lavorati in maniera molto diversa:

  • Sui suoli calcarei – di colore chiaro, quasi bianco e che sono sciolti e di tessitura molto fine – le lavorazioni sono ridotte, la consistenza fa da tappo e mantiene le radici al fresco grazie anche a un’alta ritenzione idrica.
  • Sui suoli argillosi – che assumono una colorazione gialla – il terreno è molto compatto nei periodi più umidi per poi aprirsi rapidamente durante la stagione calda, e qui la terra va lavorata più spesso per evitare fenomeni di fessurizzazione che esporrebbero le radici al caldo estivo.
Le vigne da suoli argillosi mediamente maturano prima di quelle da suoli calcarei (spesso siamo arrivati a vendemmiare a ottobre, periodo di raccolta impensabile o quasi per il nostro clima cosi caldo e arido). Pratichiamo l’agricoltura biodinamica da più di quindici anni, e ho notato che nel tempo le viti si comportano in maniera diversa rispetto agli inizi, maturando le uve più lentamente, senza accumulo eccessivo di zuccheri ma con acidità alte anche in occasione di raccolte più tardive.

Suoli calcarei

Suoli argillosi

Sin dagli inizi, per assecondare queste diversità e non avendo uno storico delle singole espressioni in vino dei nostri appezzamenti, decisi di vinificare separatamente ogni vigneto, con particolare attenzione al Nero d’Avola. Se inizialmente vinificavo anche in maniera diversa le varie vigne seguendo un po’ l’istinto e un po’ il gusto, poi ho capito che per rispecchiare quello che cercavo era necessario lavorare tutte le uve allo stesso modo. Da quel momento, anche abbandonando l’uso del legno in favore del solo acciaio, tutto divenne più nitido: le diverse sfumature dei terreni emersero in maniera chiarissima. Fu allora che iniziammo a commercializzare ben otto diverse etichette di Nero d’Avola da otto diversi appezzamenti, tutti parte della stessa contrada.

Il progetto era fantastico da un punto di vista didattico, ma si rivelò complicato nella gestione comunicativa e commerciale. Soprattutto, mi chiedevo, qual era lo scopo? Avevo imparato molto, avevo compreso meglio la mia contrada, i miei suoli, le mie viti e le mie uve ma avevo anche capito che quello era parte di un percorso: il lavoro fatto andava semplificato e reso più immediato. Per questo, con la vendemmia del 2021, nascono il Terre Calcaree e il Terre Argillose, due vini espressione di Contrada Buonivini ma da suoli differenti. Due vini che mi hanno fatto capire quanto non sia sempre necessario cercare l’espressione del singolo vigneto, del piccolo appezzamento, del cru. A volte è proprio vero che il tutto è maggiore della somma delle singole parti. Io ribadisco sempre che il vitigno è parte del territorio e che la terra su cui dimorano le viti è il territorio!! 

Con l’annata 2023, siamo giunti alla terza edizione di questi vini, il nostro messaggio è più chiaro e intuitivo e ci sta dando delle grandi soddisfazioni, ma credo che non saremmo mai arrivati ad avere questa precisione se non avessimo intrapreso il percorso di parcellizzazione che abbiamo fatto in passato. 

Alla prossima,
Pierpaolo Messina